Intervista Moon a Massimo Cacciapuoti

Libro "Noi due oltre le nuvole"

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  1. YukiJackson
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    1)Chi è Massimo Cacciapuoti e come nasce la Sua passione per la letteratura?

    Sono nato quarantatre anni fa a Giugliano in Campania, uno sterminato paesone alle porte di Napoli. Sono laureato in Conservazione dei Beni culturali, ma nella vita mi occupo di altro. Sposato e padre di due meravigliose bimbe. La mia passione per la letteratura nasce da piccolo, sono sempre stato un discreto lettore, ma la folgorazione arrivò a diciotto anni, quando l’insegnante di italiano mi costrinse quasi direi con la forza a leggere Moby Dick di Melville. Fu una rivelazione totale e sorprendente. Come il magico leviatano. Il mostro bianco. In seguito, all’università, le lezioni universitarie del prof Sergio Campailla sul Verga e il Verismo italiano, accentuarono la mia passione e iniziai a leggere ma con un’attenzione diversa. L’attenzione di chi deve imparare una tecnica, un mestiere.

    2)Di che cosa parla il Suo ultimo romanzo "Noi due oltre le nuvole" e cosa cerca di comunicare con le Sue opere?

    Sono ossessionato dalla realtà, un po’ come una delle mie autrici preferite, Natalia Ginzburg. Noi due oltre le nuvole è tratto da una storia vera. Ero in viaggio, in treno, e nel vagone con me c’era una signora sui sessanta, che sonnecchiava. A un certo punto mi squillò il telefono e lei dal modo in cui risposi, capì che stavo parlando con mia figlia. Si destò dal suo torpore e appena riagganciai cominciò a parlarmi di sua figlia. A raccontarmi la storia di Nica e di come l’amore l’avesse letteralmente riportata alla vita. Credo ci sia del miracoloso, nel senso più ampio possibile del termine e al di là degli esiti letterari, in questa storia, e nel modo in cui ne sono venuto a conoscenza. All’epoca dei fatti, Nica, aveva quindici anni. era una ragazzina speciale, isolata, silenziosa, bravissima in matematica tanto da classificarla tra i ‘geni’. Questa sua caratteristica la spaventa, e la allontana dagli altri ragazzi della sua età. Ragazzi come Sandro che amano divertirsi, fare gruppo, vivere le emozioni fino in fondo. Eppure anche lui porta un peso troppo grande per i suoi sedici anni. Una malattia lo costringe a stare in disparte. Un linfoma.
    In un meraviglioso villaggio del Salento si incontrano: due anime diverse, ma fragili. E niente è più come prima. Nica e Sandro giorno dopo giorno vivono l'estate più indimenticabile e inaspettata della loro vita. Insieme superano ogni limite, insicurezza, paura.
    Nonostante faccia male. Nonostante guardare dentro di sé apra ferite mai ricucite. Nica scopre di non essere diversa dalle altre ragazze e Sandro ritrova il gusto della speranza.
    Dall'alto di una scogliera, con il rumore delle onde che si infrangono sulla roccia, sono pronti a urlare promesse di eternità, di cambiamento, di coraggio.
    Ma il tempo passa inesorabilmente ed è ora di tornare alle loro città, Milano e Napoli. Ad attenderli è il mondo di tutti giorni. Quel mondo incerto che incute timore. Ed è proprio lì che i due ragazzi devono trovare la forza di non tradire il loro sogno. Anche quando il destino mette Sandro davanti a una prova difficile.


    3)A quali grandi narratori italiani e stranieri si ispira e perchè?

    La mia formazione è stata fondamentalmente sui classici. Dai realisti francesi, alla grande letteratura russa dell’ottocento a quella Italiana dal verismo a Pasolini, a Calvino. Fino alla mia grande passione, come accennavo più sopra Natalia Ginzburg. Ovviamente leggo tanti autori recenti, perché credo che per uno scrittore sia d’obbligo seguire e capire cosa gli sta intorno e cosa succede nella società.

    4)I giovani e la lettura: ha lettori giovani o anche di mezza età e qual è il rapporto con loro?

    Ho cambiato un po’ ‘genere’ in questi anni. non mi piace rimanere legato a un genere, una forma, un tipo o modo di scrivere e raccontare. E pare che specie con Noi due oltre le nuvole, il mio pubblico si sia spostato sempre più verso la fascia cosiddetta young adults. Di questo sono particolarmente lieto. I giovani sono il futuro e avere tanti giovani tra i propri lettori è entusiasmante. Infatti nel mio giro promozionale, che inizierò a breve, dopo la ‘prima’ napoletana del 23 aprile, ci saranno soprattutto scuole. Licei, Istituti tecnici e magistrali e anche alcune scuole medie.

    5)Nel caso di Nica e Sandro, quanto influisce la malattia nel loro attaccamento?

    L’amore può davvero coinvolgere e stravolgere le nostre esistenze. Soprattutto nel periodo adolescenziale. Si ama senza le complicazioni con cui amano gli adulti. Un amore scevro dal concetto di possesso. Anche il senso di eterno e infinito in un adolescente è particolare, perché non finalizzato a un progetto materiale. E’ eterno, in se, in modo essenziale, perché conduce verso l’infinito, poco importa poi quanto durerà questo infinito .
    Nel caso di Nica e Sandro credo la malattia sia un ulteriore collante, non la causa scatenate. Del resto Nica crede di essere autistica, un autismo penso generazionale, e più che una malattia in se è un male sociale, un senso di disagio intimo, correlato al momento storico che stiamo vivendo, un momento di passaggio, tra il come siamo (non il come eravamo) e cosa stiamo diventando. Sandro, dal canto suo, ama Nica, oltre se stesso, oltre il suo stato fisico e soprattutto non riconosce la malattia di Nica. La incita a vivere i suoi anni liberandosi da ogni complessità. E la magia del romanzo, credo sia tutta lì.


    6)Questo romanzo sta riscuotendo anche un notevole successo di pubblico. A cosa lo attribuisce?
    Credo alla sincerità dell’ispirazione, all’emotività principalmente mia che credo di aver trasmesso nelle pagine valicando qualsiasi barriere e nello stesso tempo alla misura. Ho cercato di scrivere un romanzo che mi tenesse lontano sia dal patetismo che dai sensazionalismi. E’ una storia vera che ho sentito addosso, sulla pelle, dal momento stesso in cui mi è stata raccontata e con la stessa intensità e sincerità ho cercato di tradurla in parole.


    7)Autistica Nica, malato di cancro Sandro: ma le malattie non sono un ostacolo al loro affetto. Sono l’elemento che lo ingigantisce?
    Sono in una prima fase l’elemento che li lega, li unisce e accomuna. E insieme o forse appena subito dopo, l’ostacolo da rimuovere, il demone da esorcizzare affinché quell’amore possa vivere e nutrirsi di se stesso, della propria essenza. E insieme ci riusciranno. Riusciranno a vivere se stessi, la loro storia, il loro amore, oltre la malattia, oltre tutto, oltre le nuvole, appunto.

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    Ringrazio ancora Francy per averci dato questi dati... :)
     
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0 replies since 14/4/2014, 11:57   76 views
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